martedì, 16 Aprile, 2024
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Delibera della Giunta

La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane, riunita a Roma il 15 dicembre 2008

conferma la propria delibera in data 8 dicembre 2008 con cui è stata indetta per il 28 gennaio 2009, a Milano, la seconda «Inaugurazione dell’Anno Giudiziario degli Avvocati penalisti italiani». I contenuti di tale delibera sono qui richiamati come parte integrante della presente.

Osserva

1. – La situazione politica in cui versa la riforma organica della giustizia suscita gravi preoccupazioni. Dopo annunci reiterati e autorevoli circa la sua impellente necessità, accompagnati da generiche indicazioni dei suoi contenuti, e dopo prese di posizione di contrarietà alla stessa, la politica sembra arenata in tatticismi giocati sui più diversi versanti, che non tengono conto che l’urgenza del Paese è di avere nei tempi doverosi un rinnovamento profondo dell’amministrazione della giustizia, a tutela dei singoli e della collettività.

2. – Un tale stato di cose rischia di produrre un pericoloso deterioramento delle prospettive di riforma e di innescare compromessi di bassa qualità, enucleando interventi del tutto inefficaci ad affrontare il degrado giudiziario.

3. – E’ indispensabile che, senza ulteriori indugi, si dia immediato avvio ai lavori parlamentari che, coltivando anche le consultazioni di quanti operano nel mondo della giustizia, diano luogo al più ampio confronto istituzionale fra gli schieramenti politici, valutino tutte le proposte in campo in modo che su queste basi si costruisca il consenso necessario ad adottare le decisioni che competono alla politica e che ne rappresentano doveri indefettibili, secondo le regole stabilite dalla Costituzione.

ribadisce

4. – La riforma organica oggi necessaria deve riguardare l’intero panorama della giustizia, che va rinnovata e ammodernata in profondità, senza cedere a indebiti interessi che denuncino aspetti di conservazione ideologica e corporativa.

5. – Occorre attuare la separazione delle carriere fra giudici e pubblici ministeri.
Si tratta di abbandonare in termini molto concreti la concezione dell’«autorità giudiziaria» quale unitaria funzione statale di cui l’accusare e il decidere siano due sotto-funzioni. Da tale situazione deriva oggi una forte depressione del controllo della giurisdizione sull’accusa; interi corpi normativi del codice di procedura penale, la cui operatività è basata su una integra funzione di controllo del giudice, sono in pratica resi privi di precettività. Ne sono vulnerate la terzietà e imparzialità del giudice e la parità delle parti. Con conseguenze gravi anche per l’efficienza processuale e per la qualità della giurisdizione.

6. – Occorre riformare il CSM per due essenziali ragioni: due CSM, l’uno per i giudici e l’altro per i pubblici ministeri, sono conseguenti alla separazione delle carriere; la modifica della composizione e delle funzioni del CSM è richiesta dalla necessità di ripristinare l’autonomia e l’indipendenza dei singoli magistrati, veri depositari delle guarentigie costituzionali. Oggi i singoli magistrati sono condizionati indebitamente dai poteri che il CSM esercita su di loro secondo la logica «correntizia» dell’ANM. La riforma del CSM, dunque, contrariamente a quanto da taluni si accampa, è chiamata a ristabilire tali garanzie di autonomia e indipendenza e non già a sminuirle.

7.- Occorre ridurre drasticamente il fenomeno dei magistrati «fuori ruolo», che, uscendo dalla funzione giudiziaria, vanno a occupare posizioni di potere nelle istituzioni politiche e amministrative, sottraendo ingenti risorse alla giustizia e creando improprie commistioni tra politica e magistratura nonché minacciando le prerogative dell’una e l’indipendenza della seconda.

8. – Occorre una disciplina dell’azione penale che ne assicuri in concreto l’obbligatorietà, superando la discrezionalità libera, e cioè l’arbitrio, con cui oggi le Procure esercitano il potere d’azione.

9. – Occorre un nuovo codice penale e una riforma sistematica del codice di procedura penale del 1988 per recuperare l’autenticità di processo di parti.
Questa deve essere inoltre l’occasione per interrompere e rimediare alle molte disposizioni che nell’ambito sostanziale e in quello processuale, sono state emanate (e si ha in animo di emanare) nella male interpretata esigenza di sicurezza dei cittadini.
Su questo terreno l’UCPI manifesta tutta la propria contrarietà.
Sull’onda di una emotività coltivata in modo esasperato e non governata con ragionevolezza dalla politica, si sono adottate misure che violano i principi costituzionali, deprimono la qualità della giurisdizione e, per di più, non realizzano alcuna utilità per la convivenza civile.
Sono del tutto inaccettabili le misure adottate o proposte negli ultimi mesi, ed in particolare, fra le altre, l’ipotizzato ampliamento delle ipotesi di cattura obbligatoria modificando l’art. 275 c.p.p. e, in generale della facoltà di emettere con maggiore ampiezza misure cautelari in spregio della presunzione di non colpevolezza del cittadino; l’ampliamento dell’area delle misure di prevenzione che di per sé sono provvedimenti che rendono impossibile l’esercizio del diritto di difesa; l’introduzione indiscriminata di circostanze aggravanti, tra cui quella della clandestinità; l’introduzione di numerose fattispecie penali prive di contenuto di offesa con l’inasprimento spesso irragionevole delle sanzioni; l’introduzione del reato di immigrazione clandestina; la incidenza sul contraddittorio e la difesa con l’estensione dell’ambito di riti speciali meno garantiti come quello immediato e direttissimo; l’adozione di provvedimenti limitativi del diritto di difesa e della presunzione di non colpevolezza tra cui la limitazione dell’ambito di applicabilità del patrocinio a spese dello stato; l’accentuazione di un processo speciale per determinate categorie di imputati e di reati inasprendo il c.d. doppio binario processuale.

10. – Occorre occuparsi della gravissima situazione del carcere, recuperando condizioni di vita dei detenuti rispettosi della dignità delle persone e la funzione rieducativa della pena.
Inaccettabile è la mancata rimozione delle cause del sovraffollamento carcerario e cioè del ricorso alla pena carceraria per situazioni che non la giustificano e la rendono anzi controproducente.
Le misure alternative alla detenzione, ed in particolare le disposizioni della “legge Gozzini” non vanno ridimensionate, ma al contrario incrementate. Esse hanno dimostrato concretamente una grande capacità rieducativa, mentre quelle carcerarie sono fattori di recidiva.
L’inasprimento e l’estensione del regime di detenzione speciale (art. 41-bis ord. penit.) sono del tutto irragionevoli e violano i diritti della persona (persino quella in attesa di giudizio), introducendo o rafforzando principi aberranti come l’inversione dell’onere della prova sulla pericolosità, prevedendo un tribunale speciale nonché il radicamento a tempo indeterminato di un regime detentivo che la Corte Costituzionale aveva individuato come eccezionale.

11. – Occorre approvare tempestivamente la nuova legge di ordinamento forense che promuove la riqualificazione dell’Avvocatura agendo sugli aspetti fondamentali: un meccanismo di accesso all’avvocatura imperniato sulla verifica del merito; la formazione continua; l’istituzione delle specializzazioni forensi; l’elevazione della deontologia. Il ruolo dell’avvocatura nell’amministrazione della giustizia è un fattore essenziale, che va però fondato su un profondo rinnovamento.

*   *   *

Tutto ciò premesso

la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane ritiene necessario promuovere la mobilitazione dell’Avvocatura penale perché siano valorizzate le proprie proposte di riforma organica della giustizia e siano contrastate con determinazione politiche contrarie al rinnovamento profondo dell’amministrazione della giustizia. In particolare:

– chiede con fermezza che il governo e la sua maggioranza perseguano in modo determinato i progetti di riforma, rispondendo autenticamente alle esigente del Paese;
– stigmatizza e si impegna a contrastare le pregiudiziali posizioni di opposizione ad ogni ipotesi di riforma organica che le minoranze parlamentari coltivano da posizioni di immobilismo conservatore, manifestando anche elementi di regressione;
– si impegna a contrastare la persistente aspirazione degli organismi della magistratura associata a mantenere posizioni di prevaricante condizionamento sulla politica;
– si impegna a promuovere nella società una sempre più ampia consapevolezza dei reali bisogni di riforma della giustizia.

Per tali ragioni, la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane

proclama

ai sensi e nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge e della regolamentazione ad esse connessa, l’astensione dalle udienze e dall’attività giudiziaria penale per i giorni 27 e 28 gennaio 2009, in concomitanza con l’«Inaugurazione dell’Anno giudiziario 2009 degli Avvocati penalisti», che rappresenterà il momento di una grande manifestazione di proposta e di protesta

conferma

l’indizione della seconda «Inaugurazione dell’Anno Giudiziario degli Avvocati penalisti italiani» per il giorno 28 gennaio 2009, in Milano, presso il “Salone Valente” (via San Barnaba 29, angolo via Freguglia), alle ore 9,30

invita

tutti gli avvocati italiani, i magistrati, gli esponenti della politica, i cittadini, i direttivi e gli iscritti di tutte le Camere Penali Italiane a partecipare alla predetta manifestazione, nel corso della quale, secondo il programma che sarà quanto prima reso noto, saranno forniti i reali dati sul funzionamento della giustizia, si discuterà con politici ed altri ospiti dei percorsi sulle riforme, sarà fatto il punto sulle battaglie dei penalisti italiani per le riforme liberali e democratiche per la giustizia

riserva

la richiesta di incontri con autorità politiche e istituzionali nonché ogni ulteriore iniziativa all’esito della proclamata astensione;

dispone

la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti delle Camere, al Ministro della Giustizia, alle Autorità istituzionali, al CSM, alle Commissioni Giustizia della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,ai responsabili giustizia delle forze politiche, al CNF, alle Camere Penali Italiane

Roma, 17 dicembre 2008

La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane

Il Presidente
Prof. Avv. Oreste Dominioni
Il Segretario
Avv. Lodovica Giorgi

S. Bottiglieri
Author: S. Bottiglieri